Progetto

 

AGUAS DE ORO

REPORTAGE DI IMMAGINI, SUONI E PAROLE

 
Il reportage descrive il conflitto tra una popolazione del nord del Perù e la multinazionale mineraria Yanacocha che sfrutta il più grande giacimento d’oro a cielo aperto dell’America Latina.

È un viaggio che si muove tra nuovo colonialismo e l’autodeterminazione dei popoli, con l’obiettivo di registrare la precaria quotidianità e la mancanza di sicurezza di chi si oppone a progetti di sfruttamento territoriale in America Latina.

 

DOVE SIAMOYanacocha

La vicenda si svolge tra le Ande nord del Perù, nella provincia di Celendin, regione di Cajamarca.

In queste terre la lotta per l’oro fa parte della storia collettiva.

Nel nome della ricchezza, Pizarro ha strangolato a morte l’imperatore Atahualpa nella piazza principale di Cajamarca. Correva l’anno 1533.

A niente servì riempire una stanza d’oro in cambio della grazia. Il conquistador sapeva che nelle vene del Perù scorreva molto più dorato sangue di quello che il sovrano poteva garantirgli. Da quel giorno un pesante sipario si chiuse sulla dinastia Inca e l’oro del Perù cominciò una fuga dalle proprie terre che continua ancora oggi.

 

I PERSONAGGI

Da un lato abbiamo Máxima Acuña Chaupe, una contadina peruviana che dal 1994 vive nella sua proprietà chiamata Tragadero Grande nella provincia di Celendin. Máxima e tanti contadini come lei vogliono vivere di pastorizia e agricoltura, con un unico obiettivo: avere accesso a un’acqua salubre.

Sanno che si può morire per l’oro. Per questo non vogliono che venga estratto.

Sanno anche che i lavori estrattivi di Yanacocha, che dal 1993 sfrutta l’omonima miniera, hanno inquinato i fiumi della provincia, uccidendo pesci e attentando alla salute della popolazione.

Quindi i contadini si chiedono: perché ampliare una miniera così dannosa?

L’oro si beve?

Dall’altro lato abbiamo la multinazionale mineraria Yanacocha, di proprietà al 51% della statunitense Newmont Corporation, al 44% della peruviana Buenaventura e al 5% dell’International Finance Corporation, parte della World Bank.

Nel 2010 il Governo Peruviano ha approvato lo studio ambientale del progetto “Minas Conga”, ampliamento di Yanacocha che prevede un’estensione di 2000 ettari solo per il posizionamento dei macchinari e un investimento economico di 4800 milioni di dollari. In 19 anni Conga estrarrà tra le 480 e le 780 mila once d’oro e 90 mila tonnellate di rame all’anno per uno sfruttamento totale di 6milioni di once d’oro.

Per fare tutto questo Yanacocha ha bisogno di distruggere 5 laghi sorgivi e acquisire le terre di molti privati.

 

I FATTI

Yanacocha ha provato ad acquistare anche i 25 h di proprietà di Máxima, strategici per l’ampliamento della miniera.

Ma la donna si è rifiutata.

Di fronte alle resistenze della campesina, nel 2011 Yanacocha ha diffuso la notizia che avrebbe acquisito la terra di Máxima già nel 1996, accusandola di usurpazione. In seguito a un processo penale, a dicembre 2014 Máxima ha vinto la causa. Yanacocha ha rifiutato la sentenza e nei primi mesi del 2015 ha proceduto al ricorso in cassazione.

Durante il processo Máxima e la sua famiglia sono stati oggetto di tentativi di sgombero forzato da parte della polizia con l’appoggio dell’impresa.
Máxima ha resistito, diventando un simbolo della lotta per il popolo di Cajamarca e per tutti i popoli autoctoni che si battono per la preservazione dell’ambiente. È stata riconosciuta “Defensora del Año 2014” dalla Rete Latinoamericana delle Donne ULAM ed è stata oggetto di un’azione urgente di Amnesty International a causa della minaccia di sgombero forzato a cui è stata sottoposta insieme alla propria famiglia.

A luglio 2015, Máxima continua a vivere in condizioni di oppressione e intimidazione: sola nel suo campo, minacciata dalle forze della polizia che si sono piazzate davanti a casa sua con un avamposto permanente.
Il 6 febbraio 2015 un contingente armato, insieme ad alcuni ingegneri della multinazionale, è entrato nella proprietà della famiglia Chaupe distruggendo una seconda casa che la donna, insieme ai figli e al marito, stava costruendo. Yanacocha si è difesa dicendo che la casa eccedeva i confini di proprietà.Il 29 aprile scorso, membri delle forze dell’ordine, approfittando della sua assenza,hanno prelevato il suo allevamento di cuy.Alcune settimane prima le sono state rubate le pecore e qualche giorno dopo i cani della polizia hanno ucciso i suoi conigli.
Máxima non può più vivere di pastorizia, per cui prova a sbarcare il lunario con piccoli lavori di artigianato: cuce coperte, maglioni e ponchos.

Noi proveremo a seguire una giornata tipica di Máxima, mettendo in evidenza il rischio di isolamento fisico, le continue minacce ricevute, ma anche la connessione con chi la sostiene nella sua determinata lotta per la sopravvivenza.

  

La resilienza socio-ambientale nei progetti Conga e Yanacocha

Un sistema, più o meno complesso, soggetto ad una perturbazione esterna naturale o antropica che ne altera l’equilibrio, reagisce modificando la propria composizione in modo da opporsi all’avvenuto cambiamento. Si possono identificare tre tipi di risposte che variano in relazione all’intensità dell’azione esterna. In un primo caso, a seguito del disturbo, il sistema tende a tornare all’equilibrio iniziale, si parla quindi di risposta nulla (Fig 1). In un secondo caso il sistema, dopo un certo intervallo di tempo, reagisce tornando ad un nuovo stato stabile.articolo 1Questo è possibile se non si supera il limite di resilienza del sistema stesso, ovvero la sua “capacità di adattamento” in seguito ad una sollecitazione. In particolare, per resilienza ecologica si intende la transizione degli ecosistemi, come passaggio da uno stato di stabilità all’altro. Foreste, laghi o barriere coralline sono tutti sistemi dove la resilienza viene mantenuta grazie a processi strutturali chiave, attraverso vari passaggi, fonti di rinnovamento e ri-formazione (Fig 2). Superato questo limite si ha una rapida modificazione del sistema che va verso il proprio collasso (Fig 3).articolo 2La regione di Cajamarca rappresenta un sistema complesso il cui equilibrio è sottoposto ad una continua perturbazione a causa della cava Yanacocha e che potrebbe essere ulteriormente stressato dall’ampliamento secondo il progetto Conga . Tra i tanti cambiamenti ambientali, il più evidente, anche a causa delle ripercussioni sociali che implica, è quello legato all’acqua. L’ampliamento della miniera, infatti, prevede il prosciugamento di quattro laghi naturali che verranno sostituiti con altrettanti bacini idrici artificiali in locazioni più strategiche al fine dell’estrazione. L’ulteriore sviluppo della cava comporta una forte variazione nell’assetto idrogeologico dell’area.E’ dunque necessaria, come prima di ogni opera, una valutazione precisa degli impatti ambientali, al fine di prevenirli o mitigarli. L’analisi deve essere condotta secondo un metodo adeguato, basandosi su dati aggiornati. Il documento di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) mostra come le ripercussioni della cava siano state studiate sulla base di un modello di rappresentazione idrogeologica della zona poco accurato: i diversi bacini, laghi e canali di collegamento sono stati analizzati come entità separate, riunendo i risultati ottenuti solo in una fase successiva. Questo approccio, però, implica delle ipotesi di non influenza fra i vari elementi idrici, poco plausibili in un contesto reale.Considerando le perforazioni di indagine compiute negli stadi preliminari del progetto, si nota come queste creino nuovi pozzi e canali in grado di collegare falde sotterranee un tempo separate. Le acque sono dunque spinte a seguire un sistema di flussi idrici diverso da quello che aveva caratterizzato la zona prima dell’intervento dell’uomo. In questo contesto, l’utilizzo di dati storici per l’analisi degli impatti ambientali costituisce un controsenso, fornendo risultati poco fedeli alla situazione attuale, in quanto riferiti allo scenario antestante l’opera.Sulla base delle considerazioni precedenti, non si possono ritenere affidabili le previsioni riguardo la risposta del sistema, rendendo complicato veicolarne le future condizioni di equilibrio. E’ inevitabile dire che, essendo state perturbate le condizioni ambientali del territorio peruviano in esame, sono stati anche sconvolti gli equilibri ad esso connessi. E’ chiaro, dunque, che la rottura di un equilibrio ecologico su cui si basa l’attività di una comunità porti alla rottura di un equilibrio sociale. Del resto, proprio sul documento esecutivo della V.I.A. per il progetto Conga, si legge che “la mitigazione degli impatti, in termini di quantità e qualità delle acque da un punto di vista ambientale, comporterà di riflesso un’attenuazione degli impatti sociali che si presenterebbero se il progetto modificasse in maniera eccessivamente negativa la risorsa acqua.”

  

Dev Reporter Network

“Comunicare in rete per lo sviluppo” è un’iniziativa triennale sostenuta dall’Unione Europea.Il progetto ha portato alla creazione della rete europea trans-regionale Dev Repoter Network (Catalogna, Rhône-Alpes e Piemonte), formata da giornalisti, universitari ed enti della cooperazione internazionale, e che lavora al fine di migliorare la qualità dell’informazione e della comunicazione sulle tematiche dello sviluppo, attraverso l’incontro tra i media e il mondo della cooperazione internazionale.Nel quadro di tale progetto, è stato lanciato il Bando Dev Devreporter Grant, per favorire la realizzazione di 18 reportage (6 per ciascuna regione partner) attorno ai temi legati alla cooperazione e alla solidarietà internazionale.”Aguas de oro”, presentato da MAIS Ong, si è classificato al primo posto tra i 6 reportage selezionati in Piemonte.In Catalogna, Ingeniería Sin Fronteras ha ricevuto il contributo per la realizzazione di un progetto sulla lotta delle comunità locali per la difesa dell’ambiente e dell’acqua nella regione di Cajamarca, in Perù.Grazie alla realizzazione dei reportage, le due organizzazioni hanno avuto modo di conoscersi e condividere le loro esperienze di cooperazione.